3° Venerdi di Quaresima

…riscopriamo la nostra fede accompagnati da San Pio…

Padre Pio ci insegna come comportarci in chiesa...

Ad evitare irriverenze ed imperfezioni nella casa di Dio, nella chiesa, che il divin Maestro suole chiamar la casa di orazione, ti esorto nel Signore a praticare le seguenti cose.

• Entra in chiesa in silenzio e con gran rispetto, tenendoti e riputandoti indegna di comparire davanti alla maestà del Signore. Tra le altre devote considerazioni, pensa che l’anima nostra è tempio di Dio, e come tale dobbiamo conservarla pura e monda davanti a Dio ed agli angioli suoi e copriamoci il volto di rossore per aver dato tante volte adito al demonio con le sue insidie, con le sue lusinghe al mondo, con i suoi fasti, alla carne con il non aver saputo tener puro il nostro cuore e casto il nostro corpo, per aver dato, dico, adito ai nostri nemici di insinuarsi nei nostri cuori, profanando in tal guisa il tempio di Dio, quale noi diveniamo pel santo Battesimo.
• Prendi poi l’acqua benedetta e fa’ bene e con lentezza il segno della nostra redenzione.
• Appena sei in vista del Dio sacramentato, fa’ devotamente la genuflessione.
• Trovato il posto, inginocchiati e rendi a Gesù sacramentato il tributo della tua preghiera e della tua adorazione. Confida a lui tutti i tuoi e gli altrui bisogni, parlagli con abbandono filiale, da’ sfogo libero al tuo cuore e lascia piena libertà a lui di operare in te come meglio gli piace.
• Assistendo alla Santa Messa e alle sacre funzioni, usa molta gravità nell’alzarti, nell’inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande devozione.
• Sii modesta negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi entra e chi esce; non ridere per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta vicino; studiati di non profferir parola con chi che sia, a meno che la carità ovvero una stretta necessità non lo esiga.
• Se preghi in comune, pronunzia distintamente le parole della preghiera, fa’ bene le pause e non affrettarti mai. Insomma, diportati in guisa che tutti gli astanti ne rimangano edificati e siano per mezzo tuo spinti a glorificare e ad amare il Padre celeste.
• Nell’uscire di chiesa abbi un contegno raccolto e calmo: saluta per primo Gesù sacramentato, domandagli perdono delle mancanze commesse alla sua divina presenza e non partirne da lui se prima non gli hai chiesto e da lui non ne hai ottenuta la paterna benedizione.

(Lettera di san Pio da Pietrelcina alla figlia spirituale Annita Rodote 25 luglio 1915. Epistolario, Vol. III)

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2° Venerdi di Quaresima

…riscopriamo la nostra fede accompagnati da San Pio…

PIETRELCINA, 18 aprile 1912
«Ma il buon Gesù, non mancò di consolarmi. A stento potei recarmi al divin Prigioniero per celebrare. Finita la Messa, mi trattenni con Gesù in rendimento di grazie. Oh quanto soave fu il colloquio tenuto col paradiso in questa mattina! Fu tale che, pur volendomi provare a voler dir tutto, non lo potrei; vi furono cose che non possono tradursi in un linguaggio umano, senza perdere il loro senso profondo e celeste. Il Cuore di Gesù ed il mio, permettetemi l’espressione, si fusero. Non erano più due cuori che battevano, ma uno solo. Il mio cuore era scomparso, come una goccia d’acqua che si smarrisce in un mare. Gesù n’era il paradiso, il re» (Epistolario I, n. 273).

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1° Venerdi di Quaresima

…riscopriamo la nostra fede accompagnati da San Pio…

Pietrelcina, 29 marzo 1911

J.M.J.F.

Tutti i brutti fantasmi, che il demonio mi va introducendo nella mente spariscono allorchè fiducioso mi abbandono nelle braccia di Gesù. Quindi se sono con Gesù crocifisso, cioè se medito i suoi affanni soffro immensamente, ma è un dolore che mi fa molto bene. Godo una pace ed una tranquillità da non potersi spiegare.

Ma ciò che più mi ferisce è il pensiero di Gesù Sacramentato. Il cuore si sente così attratto da una forza superiore prima di unirsi a lui la mattina in sacramento. Ho tale fame e sete prima di riceverlo, che poco manca che non muoia di affanno. Ed appunto perché non posso di non unirmi a Lui, e alle vote colla febbre addosso sono costretto di andarmi a cibare delle sue carni.

E questa fame e sete anziché rimanere appagata, dopo che l’ho ricevuto in sacramento, si accresce sempre più. Allorché poi sono già in possesso di questo sommo bene, allora sì che la piena della dolcezza è proprio grande che poco manca di dire a Gesù: basta, che non ne posso quasi proprio più. Dimentico quasi di essere al mondo; la mente ed il cuore non desiderano più nulla e per molto tempo alle volte, anche volontariamente non mi vien affatto di desiderare altre cose.

Alle volte però all’amore di dolcezza viene a mescolarsi anche quello di essere compreso talmente di dolore dei miei peccati, che sembrami che abbia a morire di dolore.

Il suo 
Fra Pio

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